Creattivando, pesto&food experience.

In occasione del Campionato Mondiale di Pesto Genovese al Mortaio che si svolge annualmente in questi giorni- torniamo a parlarvi di imprese virtuose con Creattivando . Attività che promuove la cultura della nostra Liguria a tutto tondo, dall’esperienza gastronomica alla storia gloriosa e affascinante di questa terra.

L’idea di Creattivando nasce dall’incontro di Cristina e Mario -i titolari dell’attività- impiegati in attività diverse ma accomunati dall’amore per le tradizioni liguri

Lei si occupava di macramé, l’antica arte di creare merletti, secondo l’antica tecnica marinara con nodi e senza alcun ausilio di aghi o uncini. In Liguria -in particolare nella zona del Golfo Tigullio- questa tradizione è una vera e propria forma di artigianato artistico, che si tramandava di generazione in generazione.

Lui, da sempre, è appassionato di enogastronomia alla costante ricerca di prodotti locali e eccellenze del territorio.

Creattivando Art&Fodd by ImmersioneinCucina: l'antica tecnica del  macramé
Creattivando by ImmersioneinCucina: l’antica tecnica del  macramé

CREATTIVANDO, SCUOLA DI CUCINA.

Creattivando -nato nel 2013- offre a turisti e non, principalmente all’interno della splendida location di villa Imperiale a Genova,  un’esperienza autentica e genuina della Liguria attraverso laboratori per bambini e adulti alla scoperta del cibo locale con percorsi esperienziali che vanno dalle lezioni di cucina alle degustazioni. 

Creattivando Art&Fodd by ImmersioneinCucina: Cristina durante un laboratorio esperienziale con i bambini
Creattivando by ImmersioneinCucina: Cristina durante un laboratorio esperienziale con i bambini

Con le migliori materie prime, Mario Cristina insegnano ai loro clienti i principali piatti della tradizione gastronomica ligure, svelando le origini degli ingredienti, i procedimenti, le curiosità e i misteri legati alla storia locale insieme ad usi e costumi di un’intera regione.

Una lezione da Creattivando è un ottimo modo per conoscere ed approfondire la tradizione gastronomica locale e farvi raccontare le bellezze di Genova e della nostra Liguria. 

I laboratori esperienziali si possono prenotare direttamente sul sito www.creattivando.com da tutto il mondo, con possibilità di scelta tra vari food experience, la data, l’ora e persino la lingua (italiano o inglese). 

Fatevi travolgere dalla loro passione per scoprire un modo diverso e particolare di comprendere un territorio attraverso il cibo.

TAG UTILI E PAROLE CHIAVE

Siete interessati ai nostri articoli alla scoperta di scelte virtuose che contribuiscono tutela della biodevidersità, delle tradizioni gastronomiche, piatti e ingredienti locali? Continuate la lettura sul tema tramite il tag o la ricerca all’interno del blog della parola chiave attività virtuose . Vi racconteremo il meglio di questo mondo!

U TOCCU, IL RAGU’ GENOVESE

Il toccu che si legge “tuccu” in dialetto genovese -, letteralmente tocco di carne è assieme al pesto genovese, la salsa di noci, la salsa d’aglio e la salsa di pinoli uno dei sughi tradizionali che fanno parte del patrimonio della gastronomia ligure

In Italia ci sono molte varianti di quello che internazionalmente è conosciuto con ragù. Questa salsa, come in tanti piatti della tradizione regionale italiana, è legata al microcosmo che si è sviluppato intorno ai territori e ai suoi prodotti. 

Se il più conosciuto è il ragù bolognese, anche all’estero, il toccu è a pieno titolo la versione tradizionale genovese.

La preparazione di questa salsa è arrivata ai giorni nostri grazie alla trasmissione orale, di generazione in generazione, delle famiglie liguri. Il toccu è sempre stato il sugo per eccellenza delle feste e il condimento ideale per i ravioli si accompagna molto bene anche con i taglierini o i croxetti -quest’ultimi sono un formato di pasta tipicamente ligure-.

Ma vieniamo alla nostra ricetta!

TOCCU GENOVESE, CHE INGREDIENTI USARE? (per 4 persone)

  • 6 etti di carne di vitello intera*
  • 30 gr. funghi porcini secchi 
  • 20 gr. pinoli
  • 2-3 carote (secondo la grandezza)
  • una cipolla bianca
  • un gambo di sedano
  • 1 spicchio d’aglio (facoltativo)
  • 2-3 biccheri salsa di pomodoro
  • 1 bicchere vino rosso fermo, preferibilmente ligure.
  • brodo di carne o vegetale q.b.
  • sale e pepe q.b.
il toccu genovese di ImmersioneinCucina, ingredenti principali
il toccu genovese di ImmersioneinCucina, ingredenti principali

attrezzatura da cucina

  • miniprimer o trita-tutto (facoltativo)

TAGLI SCELTI

* Per la realizzazione di questa ricetta è importante scegliere il taglio adatto di carne. Vanno bene le parte del bovino adatti alle lunghe cotture, in grado di sciogliersi durante la cottura e più precisamente sono ideali le carni a fianco del collo dell’animale. Per non sbagliare chiedete consiglio al vostro macellaio di fiducia.

TOCCU GENOVESE, COME SI FA?

Il segreto per ottenere un buon tocco è la lunga cottura a fuoco basso, la carne deve cuocere sobbolendo leggermente. Questa preparazione richiede tempo e dedizione, non è sicuramente una ricetta per chi ha fretta.

Per avere un risultato ottimale fate riposare la salsa prima di servirla. E’ una di quelle preparazioni che si apprezzano meglio il giorno dopo.

il toccu genovese di ImmersioneinCucina, passaggio n.8.
  1. Mettete in acqua tiepida i funghi e fateli rinvenire, lasciateli in ammollo per almeno mezzora.
  2. Affettate carota, sedano e cipolla per fare il soffritto -che è la base della salsa- , mettere il preparato in un tegame e farlo rosolare leggermente per circa 10 minuti a fuoco lento.
  3. Aggiungete i funghi -che intanto avrete scolato e tritato grossolanamente- e i pinoli e fate cuocere ancora per circa 5 minuti.
  4. Unite il pezzo di carne e fatelo rosolare a fuoco vivo, girandolo spesso. Deve risultare una cottura omogenea su tutti i lati, questo è fondamentale per un buon toccu!
  5. Aggregate il vino rosso e sfumatelo. Salare e pepare quanto basta.
  6. Per ultimo aggiungete la salsa di pomodoro e il brodo fino a coprire il pezzo di carne. Quando il preparato raggiungerà il bollore, aggiustate di sale e pepe (se necessario) e abbassate il fuoco. Mettete il coperchio e fate cuocere per circa 1 o 2 ore a seconda della grandezza del pezzo di carne. Controllate e girate spesso il toccu.
  7. Il vostro toccu è pronto quando con il cucchiaio da cucina riuscirete a spezzare e a sciogliere la carne negli altri ingredienti. La salsa deve risultare corposa, densa, piena di sapore ma non troppo asciutta!
  8. Se preferite un ragù a pezzi piccoli travasate la carne in un miniprimer e frullatelo lievemente.

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Tortino di acciughe scomposto

Immersioneincucina vi propone uno dei piatti più ghiotti nella stagione estiva della tradizione gastronomica ligure : il tortino di acciughe in versione scomposta ovvero senza uovo, più leggero ma ugalmente molto gustoso.

L’ACCIUGA, UN ALIMENTO RICCO DI GUSTO E DI PROPRIETA’ BENEFICHE.

La stagione ittica mediterranea con l’arrivo dell’estate porta sulle nostre tavole molte specie di pesce azzurro.

In particolare in Liguria famose sono le acciughe delle acque di Monterosso, uno dei borghi delle Cinque Terre, che si distinguono per la loro piccola dimensione e la consistenza tenera della loro carne. Questa specie di pesce azzurro è molto diffusa nel Mediterraneo e in Italia. 

Nel periodo che va da Marzo a Settembre la si trova abbondantemente, oltre che nel mar Ligure, nel mar Adriatico e nel canale di Sicilia con nomi diversi -come spesso accade nel nostro Paese- e dai colori e misure leggermente differenti.  Infatti le acciughe sono conosciute nel Sud Italia comealicie hanno, alla vista, le caratteristiche striature dorate mentre lesarde o sardine hanno un colore più sul rossiccio. 

Tutte però appartengono alla stessa famiglia, nonostante questo sia considerato dai più nell’immaginario popolare un pesce povero, complice il prezzo abbordabile che rende accessibile a tutti la sua consumazione. 

Questo però non lo rende un pesce di qualità inferiore rispetto ad altri più costosi, infatti le acciughe sono ricche di proprietà nutrizionali per il nostro organismo al pari di molti altri pesci azzurri. Una grande fonte di calcio, considerevoli apporti di vitamina D e la sua capacità di ridurre il colesterolo cattivo  nel nostro organismo le rendono un’ alimento imprescindibile per una dieta sana ed equilibrata.

acciughe di Monterosso fresche
ImmersioneinCucina, acciughe di Monterosso fresche

TORTINO DI ACCIUGHE, CHE INGREDIENTI USARE? (per una teglia) 

  • 500 gr. acciughe 
  • 1 kg patate
  • 100 gr. pinoli
  • 200 gr. pane raffermo
  • 1 mazzo prezzemolo
  • 2 spicchi d’aglio
  • olio extravergine di oliva q.b.

Consigli, la pulizia del pesce

Se non avete le acciughe già diliscate dal vostro pescivendolo, togliete la testa con le dita all’altezza delle branchie e tirare delicatamente in modo da rimuovere anche le interiora in un solo gesto. Aprile a libro e togliere la lisca centrale facendo attenzione a lasciare la coda intatta.

Sciacquate le vostre acciughe sotto acqua corrente e lasciatele su un tagliere inclinato per far colare l’acqua in eccesso o asciugatele con carta assorbente.

TORTINO DI ACCIUGHE, COME SI FA?

  1. Lavate e pelate le patate, tagliatele in modo sottile e fatele lessare per pochi minuti. Scolatele e lasciatele raffreddare. Devono risultare al dente poiché finiranno la propria cottura in forno.
  2. Con il prezzemolo, precedentemente lavato, gli spicchi di aglio, i pinoli e il pane tagliato in modo grossolano preparate un trito servendovi di un mixer da cucina. Il preparato non deve risultare troppo fine in modo da dare al piatto una consistenza croccante.  
  3. Ungete con l’olio un tegame e iniziate a formare sullo stesso il vostro tortino per strati. L’ordine degli ingredienti è il seguente: le patate alla base, le acciughe in mezzo e infine il trito di pane. Continuate finché non finite gli ingredienti. Bagnate con dell’ olio l’ultimo strato prima di cuocere in forno preriscaldato a 180°.
  4.  Fate cuocere il tortino per circa 30 minuti e lasciate intiepidire il preparato prima di consumare il piatto.

Ora non vi resta che degustate il vostro tortino con l’aggiunta di condimento di olio extravergine leggero (poco fruttato) per esaltare il gusto del pesce e con un calice di vino bianco o rosato che non sia troppo robusto. 

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pesto di fave ligure

ImmersioneinCucina ritorna a parlarvi di pesto stagionale, dopo le varianti invernali di broccoli e cavolfiore giallo questa volta vi proponiamo il pesto di fave .

PESTO DI FAVE, ORIGINI

Questa salsa ligure -chiamata in dialetto salsa Marò o pestun de fave– delicata e saporita ha origini antiche e popolari. Veniva prodotta e usata in stagione primaverile-estiva dalle famiglie condadine per insaporire il pane secco, per i più fortunati sul pesce e sulla carne come variante della salsa verde piemontese locale.

Probabilmente la sua origine è araba, come suggerisce il suo nome (mar-a che significa condimento). La ricetta importata dai mercanti liguri nel corso dei loro viaggi in oriente è stata da subito apprezzata per il suo sapore e delicatezza, complice la coltivazione delle fave “tenerelle” locali che ben si addicevano alla preparazione di questa salsa.

Per il piacere di tutti noi questo preparato tradizionale, non senza passare in momenti meno meno brillanti, è giunto fino ai giorni nostri.
Oggi il pesto di fave è stato recuperato e affinato con alcuni ingredienti tipici liguri e di qualità, come l’aglio di Vessalico e l’olio evo taggiasco che la rendono ancora più armoniosa e gradevole al palato.

La stagione calda, con l’arrivo del nuovo raccolto delle dolci fave locali -conosciute come basane di cui i liguri sono ghiotti- rappresenta il trionfo della salsa Marò che per un paio di mesi riesce fare concorrenza anche il mitico pesto genovese.

CHE INGREDIENTI USARE? (4 vasetti)

Il pesto di fave ligure è molto leggero, è sano e gustoso per gli ingredienti che la compongono. Si prepara rapidamente e con semplicità.

Ideale per condire la pasta fresca: mandilli –lasagnette con formato a fazzoletto- o gnocchi, senza disdegnare quella secca, purché siano trenette (non linguine!), mezze penne rigate o fusilli.  Insomma pasta che raccolga la salsa.

  • 400gr fave piccole e tenere sgranate (1,2 kg con le bucce)
  • 1 o 2  spicchi di aglio di vessalico
  • 10 foglioline piccole di menta o 20 di maggiorana fresca
  • 70 gr. pecorino romano grattugiato
  • 30 gr di pinoli
  • 1 cucchiaino di aceto (meglio se di mele)
  • olio EVO taggiasco, sale e pepe Q.B.

attrezzatura da cucina

  • mixer o mortaio

La salsa non usata si può mettere in piccoli vasetti porzionati e congelati in frezeer. Pronti per essere usati nei mesi successivi quando le fave sono solo un ricordo.

le fave, ingrediente principale della salsa Marò ligure.
le fave, ingrediente principale della salsa Marò ligure

COME SI FA?

  1. Sgranate le fave ed eventualmente togliere la pellicina esterna ai bacelli più grossi, se sono duri. Metteteli, con poco sale e l’aglio, a fettine nel mixer (non nel bicchiere del frullatore) dopo aver tenuto la lama in frezeer per 10 minuti. Frullare a piccoli scatti per non surriscaldare gli ingredienti.
  2. Unite le foglioline di menta o di maggiorana e i pinoli. Fare andare per 2-3 scatti, unire metà pecorino , l’aceto (facoltativo) e  l’olio a filo. Fare andare sempre a scatti, fino ad ottenere una salsa fluida ma abbastanza densa.
  3. Versate la salsa in una ciotola capiente ed incorporare ancora un po’ di olio, il restante formaggio pecorino e una manciata di pinoli interi, un po’ di pepe e sale se occorre. Mescolare bene fino ad amalgamare bene la salsa.
  4. Al momento di condire la pasta aggiungere alla salsa un paio di cucchiaini di acqua di cottura.

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TORTA PASQUALINA ligure

ImmersioneinCucina in occasione delle festività pasquali vi propone un classico della cucina genovese, la torta pasqualina. Una preparazione regina delle tavole di Pasqua accanto all’uovo di cioccolato e la colomba.

In tutto il nostro Paese, l’Italia, si producono preparazioni simili con i più svariati ingredienti che prendono denominazioni diverse. In Liguria (e anche nei territori francesi di confine della Costa Azzurra e della Provenza) troverete delle vere e proprie torte di verdure. 

TORTA PASQUALINA, LA VERSIONE CON I CARCIOFI

Quella che vi proponiamo noi oggi è la versione con i carciofi che si discosta dalla classica con le bietole, più povera e per questo più comune nei tempi passati quando le campagne erano piene di questi ortaggi e i carciofi non erano alla portata delle tasche di tutti.

In Liguria e a Genova le torte di verdura hanno una tradizione antichissIma e quella di carciofi, preparata tradizionalmente per Pasqua (ma consumata dagli abitanti locali per tutta la bella stagione primaverile), era consumata già in particolare nelle tavole dei ricchi mercanti e dei nobili della gloriosa Repubblica Marinara di Genova.

La tradizione vorrebbe che le sfoglie di questa torta di verdure salata siano 33 come gli anni di Gesù ma ovviamente nella stragrande maggioranza dei casi oggi ci si accontenta anche di meno, di solito 4 o 6 strati.

Ma veniamo alla nostra ricetta!

CHE INGREDIENTI USARE? 

  • 600 gr. farina (in alternativa la pasta già pronta)
  • 12 carciofi di Albenga
  • 300 gr. prescienseua
  • 50 cc latte
  • 4/5 uova
  • 80/100 gr. burro
  • 1 cipolla bianca novella 
  • Un bicchiere di olio EVO taggiasco .
  • 1 spicchio d’aglio
  • 1 scalogno
  • sale, pepe acqua q.b.

Attrezzatura da cucina

  • teglia da forno misura 22-24 cm

CONSIGLI PER LA PREPARAZIONE

Il formaggio fresco per eccellenza nella cucina ligure è la  prescinsêua, una cagliata tipica delle valli dell’entroterra genovese, della consistenza tra lo yogurt e la ricotta di sapore tendente all’acido. Utilizzato per molte preparazioni tra cui le torte di verdure. Nella nostra regione è ancora facilmente reperibile grazie al rinnovata produzione delle imprese locali attenta ai prodotti tradizionali e regionali.

Se volete preparare questa ricetta fuori regione o si vi trovate fuori Italia potete sostituire questo ingrediente con una cagliata di formaggio diversa o con della ricotta, meglio di capra o di pecora più vicina al sapore originale al prodotto originale e più digeribile.

La stessa cosa con l’olio e i carciofi. Noi abbiamo usato i prodotti della nostra terra, l’olio extravergine DOP della riviera ligure e i carciofi violetti che provengono dalla carciofaie della piana di Albenga, città della costa ligure. In alternativa si può usare un olio extravergine diverso, l’importante è che sia dai sentori poco fruttati e dal gusto morbido e delicato. Il nostro consiglio sui carciofi è di usare una varietà tenera, sicuramente il vostro verdurai di fiducia vi saprà consigliare.

torta pasqualina, collocazione delle uova intere crude.
torta pasqualina, collocazione delle uova intere e crude.

COME SI FA?

La torta pasqualina è una ricetta di altri tempi, prepararla in casa necessita tempo e amore ma è una soddisfazione crearla con le proprie mani.  E’ ottima sia calda che fredda e funge sia da antipasto che da secondo.

  1. Potete preparare la sfoglia da voi amalgamando la farina, due cucchiai d’olio, un pò di acqua e il sale, poi dividete in l’impasto in tanti pezzi quante sono gli strati di pasta che volete fare e  lasciateli  riposare coperti per almeno un’ ora. Se disponete di poco tempo potete usare la pasta brisée o la pasta sfoglia già pronta.
  2. Lavate i carciofi, togliere la parte iniziale, tagliarli a fette sottili e metterli in acqua con del succo di limone e quindi scolarli.
  3. Soffriggete in olio la cipolla, unire i carciofi e fare insaporire il tutto 2-3 minuti.  Successivamente spruzzare un goccio di vino bianco (facoltativo) e farlo evaporare. Dopo di ché  aggiungere un pò di acqua e mettere il coperchio. Cuocere 20 minuti e lasciare riposare.
  4. Quando il preparato si è raffreddato, aggiungere il parmigiano, il sale,  il pepe e mescolare. 
  5. Nel frattempo unire il latte alla ricotta, mescolare bene e aggiungerla alla prescienseua. Tenere da parte.
  6. Prendete una teglia da 22 o 24 cm e alta 3 cm foderatela con carta da forno. Posare il primo disco di pasta, facendo attenzione che questo sia più largo di 1 cm rispetto al contenitore. Spennellare di olio e posare  il secondo disco che deve essere di uguale dimensione rispetto al primo. Bucherellare il fondo servendosi di una forchetta.
  7. Aggiungete il  composto di carciofi facendo attenzione a non superare i bordi dell’impasto, livellare e versare sopra il preparato di prescienseua  stendendolo  in maniera omogenea.  
  8. Con un  cucchiaio scavare delle “fossette”, collocare in ognuna l’uovo crudo intero. Aggiungere un pizzico di sale.  
  9. Ritagliare un disco di pasta della dimensione interna del tegame, posarla delicatamente sull’impasto, spennellare con l’olio e posarvi un secondo disco della stessa dimensione. Iniziate a “orlare” i bordi  unendo i quattro strati di pasta,  lasciare uno spazio tra i due strati superiori per inserie una cannuncia. Chiudere e soffiare con forza.  La pasta, cosi facendo, assumerà l’aspetto di una cupola. Infornare rapidamente (pena lo sgonfiamento della pasta).
  10. Cuocere in due tempi, prima a 180° gradi per 25 minuti e poi abbassare a 170° gradi per altri 25 minuti. Verso  fine cottura porre attenzione a che la superficie della torta non scurisca eccessivamente.

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I Quaresimali GENOVESI

ImmersioneinCucina, nell’ ambito delle ricette delle feste, vi propone cenni storici e ricetta dei dolci tipici in questo periodo: i quaresimali.

Questi dolcetti secondo le regole della Quaresima -il periodo di 40 giorni che precede la Pasqua- possono essere consumati anche durante i giorni di magro, nei quali la Chiesa cattolica prescrive di astenersi dai grassi animali.

I DOLCETTI QUARESIMALI, UNA TRADIZIONE SECOLARE

La Liguria condivide la tradizione dei biscottini quaresimali con alcune regioni italiane, per lo più Toscana, Puglia e Sicilia.

A Genova i biscottini quaresimali, secondo leggenda, furono preparati per la prima volta verso la metà del ‘500 dalle suore Agostiniane del convento di San Tommaso (oggi distrutto). L’idea fu di creare dei dolcetti a base di pasta di mandorle e senza aggiunta di alcun grasso animale nella ricetta così da rispettre le regole della Quaresima senza dover rinunciare alle giottonerie.

La pasta di mandorle è conosciuta e apprezzata da secoli a Genova, che come  Repubblica marinara  veniva a contatto con altre tradizioni gastronomiche, dalle quali, in particolare dalla tradizione arabo persiana, derivò anche l’uso delle mandorle  pelate e zuccherate.  

Ci sono principalmente tre varianti di quaresimali genovesi diverse per forma, composizione e tipologia di lavorazione della pasta di mandorle: i classici Marzapani -biscottini riempini di fondente allo zucchero- , i Canestrellini o Canestrelletti -simili a piccole ciabellette senza ripeno- e infine i Mostraccioli – biscottini tagliati a losanga farciti con marmellata di fichi o limoni-.

In particolare i primi si possono ancora trovare in commercio, in periodo di Quaresima e confezionati secondo l’antica tradizione, in alcune rinomate pasticcerie del centro storico genovese come la Pasticceria Profumo e dalla  Antica Confetteria Romanengo.

LA NOSTRA RICETTA PER PREPARARE I QUARESIMALI IN CASA

ImmersioneinCucina vi propone la ricetta dei quaresimali Canestrellini o Canestrelletti, più facili da riprodurre in casa.

Questi secondo tradizione sono confezionati a forma di piccole ciambelle con glassa e decorazione con minuscoli confettini di zucchero di svariati colori. Si preparano impastando semplicemente la pasta di mandorle dolci e amare, zucchero, acqua e albume d’uovo. Sono privi di latte, di burro e del rosso d’uovo.

E’ un ricetta facile, gluten-free, che va bene anche per le persone intolleranti ai latticini e vegetariana.

quaresimali genovesi di ImmersioneinCucina, mortaio con la pasta di mandorle.
quaresimali genovesi di ImmersioneinCucina, mortaio con la pasta di mandorle.

CHE INGREDIENTI USARE? (PER CIRCA 20 QUARESIMALI)

per l’impasto 

  • 200 grammi di mandorle
  • 20 grammi di mandorle amare
  • 100 grammi di zucchero 
  • un’albume di uovo.
  • 1 cucchiaio di acqua di fiori di arancio
  • amido di mais q.b

per lo sciroppo

  • 50 grammi di zucchero
  • 20 ml d’acqua
  • 1 cucchiaio di acqua di fiori di arancio

decorazione

  • codette di zucchero colorate e granella di zucchero

attrezzatura da cucina

  • mortaio o tritatutto
  • spianatoia e tagliapasta
quaresimali genovesi di ImmersioneinCucina, fase di decorazione
quaresimali genovesi di ImmersioneinCucina, fase di decorazione

COME SI FA?

  1. Se le vostre mandorle non sono sgusciate anzitutto pelarle, altrimenti immergerle qualche secondo in acqua bollente.
  2. Servendovi di un tritattutto -o meglio ancora con il mortaio- inserite lo zucchero, aggiungete piano piano parte dell’albume (o tutto) e l’acqua di fiori d’arancio. Tritate o pestate il tutto, deve risultare un impasto fine. L’albume serve per far legare l’impasto, se si nota che quest’ultimo fatica a risultare omogeneo usarlo per intero.
  3. Una volta pronto l’impasto stenderlo su una spianatoia leggermente infarinata con l’amido di mais. Creare dei cilindri, con la pasta come quando si preparano gli gnocchi. di circa 6-7 cm di lunghezza e di 7-8 mm di spessore. Ricavate tante ciambelline unendo le estremità. Se l’impasto dovesse risultare eccessivamente umido lavoratelo con maggior amido di mais.
  4. Disponete le ciambelline ricavate su un teglia da forno, ricoperta con della carta da forno e fatele cuocere in forno già caldo 160° per circa 10-13 minuti. Queste devono risultare morbide all’uscita dal forno, farle riposare circa 5 minuti all’esterno affinché si asciughino prima di passare alla fase di decorazione.
  5. Nel mentre preparate lo sciroppo,  servendovi di un pentolino e versando 50 grammi di zucchero, 20 ml d’acqua e il cucchiaio di acqua di fiori di arancio. La consistenza di questo deve risultare tra il fluido e il denso, come uno sciroppo della tosse. 
  6. Spennellare con un pennello i vostri quaresimali e come ultimo passaggio cospargerli alternativamente di codette colorate di zucchero e la granella di zucchero.

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