biodiversità marina

la biodiversità marina con NADIA REPETTO.

Maggio per noi è sinonimo di Slow Fish, la manifestazione biennale di Slow Food dedicata alla tutela delle risorse marine, della biodiversità ittica e delle comunità di pescatori. L’appuntamento si svolge nella nostra città, Genova, anche se nel 2021, in seguito alla pandemia, difficilmente si potrà tenere o almeno nella sua classica versione fieristica sarà inevitabilmente rimandata. Nonostante questo ImmersioneinCucina non rinuncia a parlarvi di questo importante evento in tutela della biodiversità marina.

DUE CHIACCHERE CON NADIA REPETTO, BIOLOGA MARINA E DIVULGATRICE SCIENTIFICA.

Per entrare in argomento di biodiversità marina abbiamo deciso di farlo attraverso le parole di un esperto del settore, Nadia Repetto -biologa marina, divulgatrice scientifica e membro nazionale Slow Food- con la quale abbiamo in comune un pezzo di percorso nell’ associazione a livello locale.

Nadia è autrice di numerosi testi scientifici e manuali di divulgazione a tema mare e pesca con il fine di unire il linguaggio scientifico con una comunicazione semplice ed efficace. Per chi fosse interessato ad approfindire, tra gli ultimi testi pubblicati, segnaliamo Le ragioni del tonno -storia, biologia, pesca e tutela- e Acciuga – storia, biologia, curiosità e divagazioni su un piccolo pesce.

UNA VISIONE COMUNE PER LA TUTELA DELLA BIODIVERSITA’ MARINA

Biodiversità marina, obbiettivo 14 per lo sviluppo sostenibile - Agenda 2030 Nazioni Unite.
Biodiversità marina, obbiettivo 14 per lo sviluppo sostenibile – Agenda 2030 Nazioni Unite.

L’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile è il programma d’azione per la sostenibilità del nostro pianeta sottoscritto nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’ONU. Tra i 17 obbiettivi posti dalle Nazioni Unite vi è anche la tutela della biodiversità marina.

Gli oceani del mondo – la loro temperatura, la loro composizione chimica, le loro correnti e la loro vita – influenzano i sistemi globali che rendono la Terra un luogo vivibile per il genere umano.
L’acqua piovana, l’acqua che beviamo, il meteo, il clima, le nostre coste, molto del nostro cibo e persino l’ossigeno presente nell’aria che respiriamo sono elementi in definitiva forniti e regolati dal mare.

Le pratiche inquinanti dell’uomo incidono pesantemente sul declino del mare anche se è più difficile vederne gli effetti.

Nel mare convivono piante, pesci, crostacei, molluschi e mammiferi, il loro habitat è un fragile ecosistema in stretta correlazione con l’ambiente che li circonda.

E’ urgente attuare una politica globale che tuteli i mari, non basta infatti avere una visione locale in materia perché spesso potrebbe esser limitante e portare a un danneggiamento delle acque limitrofe.

Occorre una visione comune che porti ad un ripensamento del sistema di pesca delle risorse ittiche che troppo spesso è causa di una cattura maggiore rispetto alla capacità di riprodursi delle specie ittiche.

E’ necessario riformulare le leggi che regolamentano il metodo di cattura dei pesci nelle acque. Questo attualmente viene condotto specie dalle grandi imprese ittiche attraverso l’uso di reti a strascico, causando la distruzione dei fondali e della biodiversità marina in maniera spesso irreversibile.

Bisogna porre un limite allo sfruttamento delle coste e allo sviluppo di molte attività economiche e industriali che con la loro azione danneggiano irriparabilmente le nostre acque, inquinandole.

Serve riprogettare il sistema di parchi e aree marine protete e utilizzare le nuove tecnologie per monitorare il divenire dei fenomeni biologici. Costruire una rete sinergica e coordinata per tutelare le risorse marine e ittiche che condividiamo risulta fondamentale oggi più che mai.

IL MEDITERRANEO, UN MARE CHE HA ACCOMPAGNATO LO SVILUPPO DI GRANDI CILVILTA’

In particolare il mar mediterraneo poiché è simile ad piccolo oceano chiuso in se stesso, è più esposto alle contaminazioni provocate dall’attività umana sui fondali e sui flussi delle correnti che si sommano all’inquinamento chimico.

Il mar medierraneo nonostante il suo bacino piccolo (1% delle acque globali) è ricco di biovidersità marina arrivando a contenere circa il 10% del totale della popolazione ittica mondiale. E’ un mare temperato e quindi ricco di specie particolarmente sensibili ai cambiamenti climatici e questo lo rende un mare dall’ecosistema fragile più di altri. Proprio per questa sua particolarità è necessario un grosso cambiamento sulle scelte intraprese a economico e culturale.

Nonostante il mar Mediterraneo sia ricco di biodiversità marina e la pesca sia potenzialmente molto versatile, a livello europeo la cattura delle specie ittiche viene dirottata verso quella dei mari nordici decisamente più redditizia. Questo comporta un sovra-sfruttamento incessante di 5-6 tipologie che sono messe seriamente in pericolo di estinzione.

Biodiversità marina, Food for Change – Slow Fish

COSA POSSIAMO FARE NOI?

In questo contesto entra in gioco il consumatore che ha il potere di indirizzare le scelte di mercato, acquistando determinati prodotti sostenibili invece che altri contribuendo così alla salvaguardia di alcune specie seriamente in pericolo di estinzione.

Vi suggeriamo alcune semplici regole da attuare, quando è possibile, nei vostri acquisti.

  • evitare di comprare sempre le stesse tipologie di pesce di grossa taglia sovra-sfruttate (pesce spada, orata, branzino, salmone, tonno, merluzzo) ma alternare con pesce locale di varietà meno conosciute ma ugualmente valide. Vi si aprirà un mondo!
  • acquistare prodotti ittici che rispettino i periodi di riproduzione stagionale.
  • preferire il pesce fresco invece che quello di acquacultura poiché spesso gli allevamenti contribuiscono all’inquinamento delle acque.

TAG UTILI E PAROLE CHIAVE

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Kilo, la Sfuseria dei vicoli

Questa volta niente ricette, vi vogliamo parlare di un’ attività virtuosa nella nostra città, Genova. Stiamo parlando della sfuseria Kilo che si trova in pieno centro storico della nostra città, più precisamente in via Ravecca 51r per i nostri concittadini.

Una vera e propria piccola bottega di quartiere come quelli di una volta versione 2.0 nel cuore di Genova specializzata nella vendita di prodotti sfusi di qualità selezionati tra piccole e medie realtà italiane. Qui si può acquistrare la merce a peso, utilizzando e ricliclando i propri contenitori. Facendo non solo una azione di risparmio ecologico ma anche un favore al nostro portfoglio.

LA STORIA DI OLGA, PROPRIETARIA DELLA SFUSERIA KILO.

Olga è arrivata dall’Uzbekistan in Italia da bambina, a 10 anni e dopo un passato nei negozi della moda a Milano ha deciso di cambiare vita.

Il suo percorso personale è nato dalla presa di coscienza che la raccolta differenziata non basta per salvare il nostro pianeta dalla massa enorme di rifuiti.

L’idea di aprire un’attività commerciale basata sul concetto di zero waste si è formata prendendo spunto da esperienze già avvitate in Paesi diversi dal nostro, Stati uniti piuttosto che Nord Europa, i quali sulle pratiche ambientalmente sostenibili e sul ritorno allo sfuso sono più sensibili.

Con la decisione in testa di trasformare la sua sensibilità ambientale in un mesterie ha cominciato la sua ricerca di fornitori. Puntando sul mondo alternativo alla grande distrubuzione -il principale contribuente all’inquinamento da packaging- e trovando tante piccole-medie realtà di produttori. In questo modo ha scoperto aziende agricole e laboratori artigianali, stringendo rapporti umani diretti tra rivenditore e produttore senza intermediari.

i biscotti artigianali della sfuseria Kilo
Kilo, la sfuseria dei vicoli, biscotti artigianali

L’OFFERTA DELLA SFUSERIA KILO.

L’offerta commerciale è in parte proveniente da filiera corta con cui si vanno a premiare lavorazioni artigianali dei produttori liguri, toscani, piemontesi ma anche di kilometraggio più ampio alimentando così le economie locali dell’Italia meridionale. Fanno parte di questi ultimi prodotti artigianali come i taralli della Puglia piuttosto che le mandorle di Sicilia.

Nel negozio di Olga oltre ai prodotti alimentari -pasta, riso, biscotti, lugumi, spezie, frutta secca- si possono trovare anche prodotti per la cura e l’igene personale – saponi, dentifrici e shampoo vegetali e in forma solida- ma anche per i nostri indumenti.

Tutto è rigorosamente venduto sciolto, lei fa la tara sulla bilancia e si acquista soltanto il prodotto senza pagare il superfluo -spesso dannoso per l’ambiente-.

Un servizio in più è quello della consegna a domicilio, anche questo nel rispetto dell’ambiente. Infatti Olga affida questo compito a ragazzi in bicicletta per le consegne entro il centro storico e per le distanze maggiori si serve di eco-van.

il sapone vegetale dell sfuseri Kilo
Kilo la sfuseria dei vicoli, sapone vegetale

Armiamoci delle nostre borse di stoffa, barattoli di vetro o contenitori riciclati di plastica e andiamo a fare compere che giovano il nostro portafogli e nello stesso tempo ambientalmente sostenibili. Cerca anche tu le sfuserie e negozi alla spina più vicini a casa tua.

COMPRARE IN SFUSERIA, ADOTTARE UNA MENTALITA’ DI CONSUMO GREEN.

Non è un segnale da poco, infatti decidere di acquistare uno di questi prodotti sfusi significa iniziare ad adottare una mentalità di consumo green.

Fare a meno degli imballaggi e contenitori, spesso in plastica o di materiali misti non ricliclabili, vuol dire dare una chanche in più al pianeta che dipende esclusivamente dalle nostre scelte quotidiane. Queste scelte di consumo fatte, possibilmente con costanza, da ognuno di noi significano una vera e propria rivoluzione ambientale e possono incidere sulle scelte di produzione delle imprese. Tante goccie di acqua fanno il mare!

In Italia e non solo questo tipo di attività commercile all’insegna del minor spreco in cui è possibile acquistare prodotti a “peso”, sfusi senza imballaggi di nessun tipo e spesso prodotti da aziende agricole o da artigiani nelle nostre vicinanze stanno diffondendosi a macchia d’olio: dai cereali alla pasta, dall’olio al vino, fino prodotti per la casa.

Un commercio che respinge l’idea dell’usa e getta e che premia sempre di più il concetto del rifiuto zero creando un circuito molto virtuoso.

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Slow Fish, l’altro pesce!

Nel 2017 dopo aver vissuto il Salone del Gusto e Cheese, abbiamo partecipato a pieno all’edizione di Slow Fish, la manifestazione biennale di Slow Food dedicata alla tutela delle risorse marine, della biodiversità ittica e delle comunità di pescatori che producono in matiera sostenibile, che si svolge proprio nella nostra Genova.

FISH A PORTER , L’INNOVATIVA INIZIATIVA DI SLOW FISH.

Oltre ai tradizionali Laboratori del gusto, conferenze, il mercato dei produttori, proiezioni di film e conferenze dedicate al tema della manifestazione -che di solito compongono l’offerta di ogni evento di Slow Food– la novità è di questa edizione è rappresentata dall’iniziativa Fish A porter.
L’ iniziativa consisteva nell’accompagnare le persone al mercato del pesce -appositamente organizzato dall’organizazione della manifestazione- illustrare la varietà di pesci che si possono utilizzare in cucina e contemporaneamente dare un consiglio pratico nella spesa della materia prima. 

In questo modo i visitatori potevano imparare storie e curiosità legate ad un particolare piatto di pesce o sulla sua preparazione dello stesso e contemporaneamente acquistare prodotti ittici sostitutivi ad altri, troppo spesso sfruttati dalla pesca industriale.

Slow Fish

IL POTERE DEL CONSUMATORE

Il consumatore ha un potere rilevante nelle sue mani che può determinare un cambio del mercato, acquistando determinati prodotti sostenibili invece che altri.

Se richiedete sempre le stesse 5-6 tipologie di pesce sovra-sfruttate (pesce spada, orata, branzino, salmone, tonno, merluzzo) i produttori saranno portati ad offrire sempre lo stesse varietà e le grandi imprese ittiche continueranno, dannosamente, ad insistere sugli stessi animali mettendo seriamente in pericolo di estinzione alcune specie.

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CHEESE, UN MONDO DI FORMAGGIO

Nel 2015, dopo il Salone del Gusto – il nostro primo contatto con il mondo di Slow Food e nello stesso tempo il primo articolo di questo blog- abbiamo aspettato con trepida attesa il momento della manifestazione internazionale della stessa organizzazione dedicata ai prodotti caseari: Cheese .

CHEESE, UN POPOLO CHE SI VESTE A FESTA PER CELEBRARE UN MONDO FATTO DI FORMAGGIO

La cittadina piemontese di Brà (CN) – dove il movimento della chiocciola ha mosso i suoi primi passi – ospita ogni due anni questo evento. Da come abbiamo potuto vedere con i nostri occhi, il paese si mette totalmente a disposizione per questa manifestazione: dalla stazione ad ogni angolo del grazioso centro urbano è inondato dallo spirito e dagli stand di Cheese.

E’ sorprendente, come in occasione di questa manifestazione, persone di ogni dove animino questo piccolo luogo in mezzo alle Langhe, un popolo che si veste a festa per celebrare un mondo fatto di formaggio!

Cheese non fa eccezione, è strutturato sullo schema delle altri eventi di Slow Food. Un grande mercato a perdita d’occhio popolato dagli stand dei Presidi Slow Food con i loro prodotti agroalimentari, laboratori pratici di cucina, laboratori del gusto che poi non sono altro che classi di degustazione tutto legato al tema centro della manifestazione, il formaggio.

Ma la vera peculiarietà delle manifestazioni di Slow Food, e Cheese non fa eccezione, sono le conferenze – in questa occasione chiamate laboratori del latte– dove l’associazione narra a propria visione a difesa del cibo di qualità attraverso la filiera pulita – ovvero che non contenga sostanze nocive per il nostro pianeta e per la salute dell’uomo- e attenta alla tutelare l’esistenza dignitosa dei produttori e lavoratori. In tre parole buono, pulito e giusto, appunto lo slogan di Slow Food.

FORMAGGIO ARTIGIANALE VS PRODOTTI INDUSTRIALI

La novità di questa edizione di Cheese sono state le dimostrazioni comparative -un nuovo format di iniziativa-  mirate non a demonizzare i prodotti industriali -comque di alta qualità- quanto a dimostrare le differenze con i prodotti artigianali al fine di informare ed educare il consumatore.  

Noi abbiamo partecipato a varie di queste iniziative specifiche ma quella che ci è rimasta più impressa è stata la comparazione dello stracchino in C’è stracchino e stracchino.

Un confronto alla cieca in cui solo il gusto poteva essere il parametro di valutazione, tra il classico stracchino di color bianco, facilmente spalmabile -che troviamo in ogni supermercato- e l’altro formaggio artigianale più stagionato che è l’autentico stracchino prodotto secondo l’antica maniera.

Non avreste mai detto che il secondo fosse uno stracchino perché il colore, la consistenza, il gusto, la stagionatura e anche il profumo del prodotto sono totalmente diversi.

Un esempio di come il cibo industriale ci abbia indotto a gusti e sensazioni visive e olfattive diverse dal origine degli alimenti. 

SLOW FOOD, NON SOLO CIBO.

Cheese, filosofia Slow Food
filosofia di Slow Food

Dietro questo mondo questo c’è una filosofia di vita ben precisa la quale porta avanti idee sulla tutela socio-economica dei piccoli produttori, il benessere animale, la biodiversità agroalimentare e culturale di intere popolazioni e di questo pianeta.

Andare a queste manifestazioni significa sopratutto conoscere e coprendere la filosofia di cui Slow Food si fa promotore. 

L’associazione non è meramente, come spesso si crede erroneamente,  un’insieme (o almeno non solo) di forchettoni buongustai e di appassionati di cultura gastronomia.

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Slow food e il suo mondo.


Nel 2014 siamo stati alla nostra prima esperienza con il mondo di Slow Food , siamo arrivati al Lingotto di Torino per visitare la biennale manifestazione internazionale del Salone del gusto e Terra Madre .

L'associazione organizzatrice è nata nel piccolo paesino di Bràche si trova nel bel mezzo del territorio delle Langhe, gioiello eno-gastronomico, in Piemonte più di 20 anni fa ad opera di Carlo Petrini e di uno sparuto gruppo di amici lungimiranti. Oggi conta più di 400 Presidi nel mondo e più di 10.000 produttori affiliati.

Il Salone del Gusto è nato come kermesse in cui si invitava il meglio  della produzione italiana e internazionale che rispondesse al buono, pulito e giusto di  Slow Food. 
Negli anni si è andato trasformando e affiancando ad un altro progetto sviluppato dall'associazione ancor più ambizioso e rivoluzionario ,  quello  di Terra Madre diventando sempre più un appuntamento di riferimento per  tutte.

Se Slow Food è stata concepita principalmente con l'obbiettivo di combattere la battaglia per tutelare la biodiversità Terra Madre è la rete mondiale delle comunità locali del cibo che portano avanti un modo  nuovo di intendere la produzione, la trasformazione, la distribuzione e il consumo del cibo improntata sull'economia locale e di piccola scala.  
 

IL SALONE DEL GUSTO DI SLOW FOOD, UN’ESPLOSIONE DI BIODIVERSITA’.

La manifestazione è un esplozione di biodiversità, si è sommersi da una moltitudine di colori e tradizioni gastronomiche.

Passeggiando per i banchi si scopre gusti ed aromi nuovi che la grande industria non fa conoscere, girando tra i diversi stand abbiamo scoperto le varie tradizioni di mille posti diversi e le varie culture gastronomiche.

Un esempio sono le mele: noi troviamo in vendita veramente pochissime varietà. Questo perché la selezione ferrea imposta dalle multinazionali dell’agro-business segue le logiche perverse dell’accumulo di capitale anche nel settore alimentare. Il 90% delle sementi coltivate è costituito dai pochi ibridi coltivati in laboratorio, stroncando la quasi totalità della biodiversità di questo prodotto . In questo modo l’industria agroalimentare sta facendo scomparire i prodotti cancellando memoria, gusti e tradizioni.

mais multicolore dell'Arca del Gusto di Slow Food
esempio di prodotti nell’Arca del Gusto, mais naturale multicolore.

IL PROGETTO DELL’ARCA DEL GUSTO, A SALVAGUARDIA DELLE BIODIVERSITA’

Per questo motivo Slow Food ha lanciato il progetto dellArca del Gusto. Il nome è significativo proprio per il suo intento salvifico che mira a un obbiettivo ambizioso: salvare il numero più alto possibile di prodotti alimentari in via di estinzione perché non più coltivati.

In questo modo si salva la biodiversità nel nostro mondo e insieme a questa i diversi gusti e sapori.

Ci è rimasto in mente un’episodio durante la manifestazione. Una mamma spiegava ai figli piccoli che gli alimenti che sono nell’Arca sono quei prodotti che bisogna salvare. Solo così tutti potranno sapere un giorno cosa sono e perché no, anche mangiarli. 

È proprio così, è fondamentale insegnare ai bambini fin da piccoli cosa sia la biodiversità perché essi saranno il nostro futuro e il futuro del pianeta.

Uscendo dal Salone siamo tornati a casa con il cuore pieno, con un obbiettivo comune: contribuire a salvare la biodiversità, le tradizioni e la memoria gastronomica e dei popoli. 

Nel vostro piccolo potete farlo anche voi, comprando e consumando cibi biologici,  possibilmente di vicinanza e che siano prodotti rispettando il benessere animale e umano. Ricordalo ogni volta che vai a fare la spesa!

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Siete interessati a scoprire altre scelte virtuose che contribuiscono alla tutela della qualità alimentare e salvaguardia del pianeta e della biodiversità? Continuate la leggere i nostri report sul tema tramite il tag o la ricerca all’interno del blog della parola chiave attività virtuose . Vi racconteremo il meglio di questo mondo!